martedì 7 febbraio 2012

Una Filastrocca Sui Grandi Personaggi Della Chimica

Pubblico una filastrocca, che merita di essere conosciuta e diffusa, sui grandi personaggi della Chimica, scritta da Massimo Di Martino.

L'articolo ha partecipato alla 1° edizione del concorso "Parlar di Chimica" per testi inediti di divulgazione della Chimica, organizzato dall'Associazione Culturale Chimicare
  


***** 


Antoine Laurent De Lavoisier (Parigi, 26 agosto 1743 – Parigi, 8 maggio 1794)

Nella seconda metà del settecento,
il francese Antoine Laurent De Lavoisier scoprì una legge naturale di gran portento
e la chimica di allora rivoluzionò con tenacia,
sfruttando con argutezza la semplice bilancia.
Dimostrò che l’ossigeno era protagonista nella combustione
e che la quantità di materia era la stessa sia all’inizio che alla fine di una reazione.
Demolì così la credenza nel flogisto confutandola,
riconoscendo la teoria dell’ossigeno sperimentandola…
detto infatti in tutta verità
il flogisto era considerato il principio responsabile della combustibilità!
Scoprì poi il ruolo dell’ossigeno non soltanto nella combustione,
ma soprattutto in quello della respirazione,
apportò alla terminologia di allora una nuova nomenclatura
facendolo con coraggio, senza nessuna paura:
Ogni sostanza, che fosse elementare o composta,
avrebbe avuto il proprio nome e nel farlo lavorò senza sosta!
Da ricordare il suo Trattato Elementare
formulato davvero in modo esemplare:
Se un sale avesse contenuto azoto o zolfo, lui ne era sicuro,
sarebbe stato denominato nitruro o solfuro…
acido nitrico e solforico i suoi corrispondenti,
i risultati furono così sorprendenti!
Per il tremendo acido cloridrico fu poi serafico,
venne battezzato con il nome di muriatico…
inflisse un tremendo colpo all’alchimia e alla magia,
germinò la scienza chimica, questa almeno fu la sua filosofia…
si oppose proprio all’alchimia,
che combinava elementi di astrologia,
semiotica e religione
priva di qualche fondamento, senza alcuna ragione!
Nacque e morì nella stessa nazione,
fu un uomo dotato di spiccata intuizione.
Ingegnoso, acuto e indagatore,
figlio di un avvocato, lavorava come esattore
e dai proventi della sua attività
studiava per la ricerca della verità.
Cosa gli riservò la sorte?
Fu processato dal tribunale rivoluzionario e condannato a morte.
All’età di soli cinquantun’anni fu ghigliottinato…
questa purtroppo fu la fine dello scienziato!


 Claude Louis Berthollet (Talloires, 9 dicembre 1748 – Arcueil, 6 novembre 1822)

Del periodo napoleonico fu forse lo scienziato di maggior valore,
uomo colto e raffinato, delle Arti grande estimatore…
al punto che Napoleone stesso se ne cercò di servire
per fargli ricercare in Italia opere d’arte da requisire!
Tuttavia alle Scienze Chimiche gli fu riconosciuto
il suo maggior contributo…
degli ipocloriti infatti, sostanze estremamente ossidanti,
ne scoprì le proprietà decoloranti;
l’ipoclorito di sodio fu scoperto durante un esperimento
quando Claude Louis Berthollet ne testò le qualità di candeggiamento…
inizialmente il sale era infatti usato per candeggiare
e venne in seguito usato come prodotto popolare.
Per l’occasione,
occorre fare una considerazione:
l’ipoclorito dovrebbe rimuovere macchie sui vestiti a temperatura ambiente,
ma la rimozione è soltanto apparente;
infatti si sa che l’efficacia sullo sporco è completamente fittizia,
in quanto il candeggiante dà l’illusione del pulito ma non rimuove la sporcizia!
Si interessò poi dell’impiego dei clorati e di altri additivi
per confezionare gli esplosivi…
degli esplosivi al clorato può essere ricordata
la polvere bianca dal chimico stesso preparata,
anche se poi non fu mai applicata
perché saltò in aria il molino in cui venne preparata!
In laboratorio decompose l’acido cloridrico con biossido di manganese,
così cloro molecolare avrebbe ottenuto il chimico francese…
all’epoca però era convinto di aver prodotto un ossido di un non metallo,
in quanto era stato l’ossigeno ad averlo tratto in fallo,
pensava che a rendere le molecole acide fosse sempre questo elemento,
ma si accorse dell’errore soltanto effettuando un altro esperimento.
Apprese infatti che l’ossigeno presentava la proprietà
di non conferire sempre l’acidità,
ad esempio non era presente nell’acido cianidrico
e nemmeno nell’acido solfidrico…
di quest’ultimo ne determinò poi la formula bruta
rimasta fino ad allora sconosciuta.
Nel 1785 effettuò studi determinanti sull’ammoniaca gassosa e ne ebbe presto ragione,
fornendone in modo chiaro e rigoroso la sua esatta composizione!
Contestò la legge di Proust con decisa opposizione
ipotizzando che a seconda delle condizioni di reazione,
alcuni composti si potevano formare variando le proprie proporzioni…
in futuro si sarebbe dato ragione a tali osservazioni!
Berthollet fu dotato di una grande capacità manageriale,
del carbonato sodico realizzò una produzione industriale.
Per il lavoro e la produzione scientifica fornita,
nel 1804 venne nominato senatore a vita!
 


Joseph Louis Gay-Lussac (Saint-Léonard-de-Noblat, 6 dicembre 1778 – Parigi, 10 maggio 1850)

Illustre scienziato francese, conobbe una certa popolarità
per aver esposto le leggi sui gas con rigore e semplicità!
Primogenito di un procuratore reale,
peraltro del suo paese natale,
fu un grande studioso di meteorologia e fisica
dedicando un’intera vita all’attività scientifica…
per Joseph Louis Gay-Lussac la chimica fu l’altra sua passione,
crebbe durante i moti della Rivoluzione.
Dotato di ingegno non comune palesato fin da bambino,
ricevette la sua prima educazione in un modesto collegio parigino.
Ma da dove iniziò esattamente la sua avventura?
Scoprendo che la pressione di un gas cresce proporzionalmente con la temperatura…
era doveroso però tenere in considerazione un aspetto importante
e cioé che il gas presentasse un volume costante!
Lavorò poi ad una vera e propria missione,
per indagare l’atmosfera e la sua composizione…
si preparò in modo sistematico
allestendo un pallone aerostatico,
per effettuare misure magnetiche e prelevare campioni d’aria contemporaneamente
che in seguito analizzò chimicamente!
Nel 1808 espose una legge che figurava tra i suoi principali desideri:
I gas si combinano secondo rapporti espressi da numeri semplici e interi!
Ma anche in questo caso si dovevano valutare due parametri rilevanti,
ovvero i gas si dovevano trovare in condizioni di pressione e temperatura costanti…
tale legge andò in futuro a confermare
la fondamentale teoria atomico-molecolare!
Sempre nello stesso anno isolò un nuovo elemento
e queste furono le premesse del suo tradizionale esperimento:
Per ottenere il boro cosa occorre?
Potassio fuso, affinchè l’acido borico si possa decomporre!
Oggi la chimica industriale è debitrice
nei confronti di questa mente terribilmente indagatrice;
per ottimizzare infatti l’acido solforico e la sua produzione
ebbe un giorno una brillante intuizione:
Il suo più grande successo
fu di aggiungere una torre al “vecchio” processo
che aveva il compito di rimettere in ciclo ed assorbire
gli ossidi di azoto che andavano spontaneamente a reagire.
Nel farlo Lussac aveva più di una ragione,
in quanto la loro presenza migliorava l’efficienza della reazione!
Individuò per la prima volta il cosiddetto “radicale composto”,
era il cianogeno, perché da azoto e carbonio era ed è composto!
L’idrogeno insieme al cianogeno un acido avrebbe formato,
e cioè l’acido prussico, una volta così denominato…
la scoperta di tale acido andava così ad affermare
che per gli acidi il prefisso “idro” si doveva adottare,
ma soltanto per quelli privi di ossigeno nella loro struttura
e questa fu l’inizio di una nuova cultura…

  
Christian Friedrich Schönbein (Metzingen, 18 ottobre 1799 – Baden Baden, 29 agosto 1868)

Si racconta che la scoperta del primo esplosivo fu accidentale
e questo a Christian Friedrich Schönbein stava per essere fatale!
Il chimico tedesco mentre eseguiva un esperimento
finì col rovesciare una miscela di acidi sul pavimento…
di acido nitrico e solforico si doveva trattare
perché uno straccio di cotone adoperò per asciugare;
non appena questo fu però asciutto,
esplose andando completamente distrutto!
Nella realtà Schönbein fu un valido scienziato
e chi ha letto i suoi scritti conosce come giunse invece a tale risultato.
Chiariamo innanzitutto una cosa:
Il cotone è costituito da quasi il 100% da cellulosa,
l’acido nitrico agì su di essa con effetto nitrante,
mentre l’acido solforico si comportò come disidratante.
Quale fu allora la conclusione?
Si era formata nitrocellulosa nella reazione!
Era stato così sintetizzato il fulmicotone
che sarebbe stato poi utilizzato nelle canne di cannone…
sostanza esplosiva instabile ad effetto devastante,
per questo motivo Schönbein la battezzò anche come cotone fulminante!
Che il chimico tedesco, svizzero naturalizzato,
compisse tali prove, era però scontato…
in quel periodo la scienza applicata
tentava di sostituire la polvere da sparo allora impiegata,
in quanto annerendo l’artigliere attraverso il fumo denso generato,
l’avrebbe portato ad essere facilmente individuato
e come bersaglio subito identificato,
il cui fine sicuro sarebbe pertanto stato morto ammazzato!
Anni prima si adoperò nello scoprire un gas alquanto importante,
conosciuto oggi come energico ossidante.
Fu infatti encomiabile il suo impegno scientifico
profuso nella conduzione di esperienze di tipo elettrolitico:
Durante alcuni esperimenti di elettrolisi avvertì un odore acre e penetrante,
che il chimico attribuì ad una nuova sostanza formatasi in quel preciso istante…
associò quell’odore al formarsi di quel fenomeno naturale
che si ha durante un qualunque temporale.
Dell’ozono si trattava e mosso da questa convinzione
dedicò molti sforzi per sviluppare dei dispositivi atti alla sua rilevazione,
venne ad esempio impiegata una striscia imbevuta di potassio ioduro
che quando assorbiva ozono si colorava di scuro!
Vennero in seguito attuate tali relative campagne di misura
adottando almeno in Europa questa citata procedura.
 

Friedrich Wohler (Eschersheim, 31 luglio 1800 – Gottinga, 23 settembre 1882)

Friedrich Wohler, un altro grande scopritore,
fu della chimica organica il fondatore…
nacque nell’ottocento in un villaggio germanico
seminando nella Scienza di allora un vero panico,
ma procediamo con ordine e rigore
raccontando la vita di questo esemplare ricercatore.
Visse in gioventù in casa dello zio, parroco di paese,
un signore colto e assai cortese
che lo avvicinò con amore e cura
all’affascinante studio della Natura.
Un amico dello zio lo volle in seguito accontentare,
perché si sa, i giovani vanno lasciati sognare…
lo accolse in un piccolo laboratorio da lui allestito
dove il giovane Friedrich fu immediatamente attratto dal proibito!
Con la passione irrefrenabile che aveva addosso
sperimentava a più non posso,
in laboratorio realizzò esperimenti ingegnosi,
ma spesso e volentieri alquanto pericolosi:
Con il fosforo ad esempio una mano si bruciò
per non parlare di un pallone contenente cloro che scoppiò!
Si iscrisse un giorno all’Università di Marburgo
non certo per diventare un medico chirurgo,
alla facoltà di medicina inizialmente da profano
studiò quei fenomeni chimici che avvengono all’interno del corpo umano…
così a soli ventotto anni, quale eminente scienziato
la sintesi dell’urea aveva praticamente sintetizzato.
Questa fu una scoperta epocale
perché dimostrò l’inesistenza della “forza vitale”…
si sa infatti che l’urea è presente nel sangue e nell’urina
essendo il prodotto finale del catabolismo di ogni proteina!
E per questo si pensava che le sostanze organiche fossero prodotte da una forza misteriosa
che “albergava” soltanto negli esseri viventi in maniera silenziosa…
Wohler partì invece da sostanze inorganiche nel suo esperimento
ottenendone una organica senza che la forza vitale facesse il suo intervento.
Sintetizzò appunto l’urea e fu una conquista meravigliosa,
impiegando cianato di piombo e ammoniaca in soluzione acquosa.
Lo scienziato potè esultare in modo trionfale:
“Riesco a produrre urea senza aver bisogno di un rene e neppure di un animale”!
Trassero coraggio i suoi colleghi ricercatori
sintetizzando altre sostanze organiche nei loro laboratori,
persino un suo allievo, Hermann Kolbe, giunse nel suo lavoro ad una svolta,
sintetizzando l’acido acetico per la prima volta!
La nuova chimica si avviava decisamente
a future sintesi prodotte industrialmente…
 

Friedrich August Kekulé von Stradonitz (Darmstadt, 7 settembre 1829 – Bonn, 13 luglio 1896)

Definì la chimica organica con razionalità e comprendonio,
semplicemente come lo studio dei composti del carbonio…
tale definizione fu espressa in modo chiaro e coerente
e ad oggi è stata accettata quasi universalmente.
Il composto capostipite? Orbene…
sicuramente il benzene!
La sua molecola da Michael Faraday nel 1825 fu scoperta,
anche se la sua struttura rimase per molto tempo incerta…
infatti poco si sapeva su quella sostanza liquida dall’odore intenso e particolare,
ma nulla relativamente alla sua formula generale!
Quattro anni dopo sarebbe nato
colui che il mistero avrebbe svelato!
Se oggi qualcuno domandasse: ”Il miglior esempio di struttura molecolare esagonale qual è?”
Un chimico risponderebbe: ”Il benzene strutturato di Friedrich August Kekulé!”
Ma gli atomi di carbonio nel benzene come furono da lui rappresentati?
Con tre legami semplici e tre legami doppi fra loro alternati…
postulando che cambiassero di continuo posizionamento,
non dando assolutamente alcun riferimento!
Grazie così alla sua innata immaginazione e curiosità scientifica
avanzò l’ipotesi che gli atomi di carbonio uniti insieme potessero formare una catena ciclica;
a tale conclusione giurò di esserci arrivato
per un sogno che lui stesso aveva raccontato,
ovvero un serpente che si morde la coda continuamente
girando su se stesso ciclicamente!
Fece scuola il modello ad “anello” da lui inventato,
così almeno pare che si sia verificato…
anche se, sulla struttura esagonale, dodici anni prima della sua pubblicazione,
il chimico francese Laurent era arrivato pressappoco alla sua stessa conclusione.
Dunque Kekulé un ingegnoso “sognatore”
oppure un bugiardo mistificatore?
E chi lo sa?
Forse non si conoscerà mai la verità.
A conferma della sua teoria comunque e dandogli sostanziale ragione,
fu l’anno dopo la sua morte la scoperta dell’elettrone…
in seguito fu poi assegnata al benzene presente in Natura
una rappresentazione definita come “ibrida struttura”…
compresa tra due o più differenti configurazioni,
per la posizione degli stessi elettroni.
Questo concetto fu di basilare importanza
e venne battezzato con il nome di “risonanza”.
Chissà se in un futuro non così lontano il chimico tedesco si sarebbe mai immaginato
che questa molecola esagonale avesse un potere cancerogeno così elevato!
Con molta probabilità però non è poi così sorprendente
se si pensa che si ripete spesso la storia tra progresso umano, salute e ambiente…


 Alfred Bernhard Nobel (Stoccolma, 21 ottobre 1833 – Sanremo, 10 dicembre 1896)

Correva l’anno 1896 e un uomo lasciava nel proprio testamento
ciò che verrà ricordato come il più importante riconoscimento,
del premio più ambito al mondo è stato l’ideatore…
stiamo parlando di Alfred Bernhard Nobel, valente scienziato e scrittore.
Stabilì che i redditi della sua immensa fortuna fossero lasciati in eredità
a chi si fosse adoperato per il bene dell’umanità…
ovvero, annualmente, un premio sarebbe stato consegnato
al miglior scienziato o al più bravo letterato
che si fosse distinto in alcuni campi di interesse e cultura,
per la precisione fisica, chimica, medicina e letteratura.
Un quinto premio poi alla persona che si fosse costantemente battuta
affinchè la pace nel mondo potesse essere mantenuta!
I primi quattro vengono assegnati dall’Istituzione svedese,
l’ultimo dal Parlamento norvegese.
E’ necessario a questo punto fare un po’ di chiarezza,
da dove scaturiva tutta quella sua ricchezza?
Aveva fatto assorbire nitroglicerina, esplosivo difficilmente controllabile,
da una polvere inerte, in modo che potesse essere estremamente maneggiabile;
la pasta così costituita la denominò dinamite…
in seguito il chimico svedese inventò altri esplosivi come la balistite,
un’altra sostanza esplosiva assai pericolosa,
prodotta dall’insieme di nitroglicerina e nitrocellulosa.
Tali scoperte gli consentirono di attuare grandi stabilimenti di produzione,
sia all’estero che nella nostra stessa nazione!
L’invenzione della dinamite fu di smisurata utilità,
soprattutto per scavare gallerie a notevoli profondità…
con essa si potevano realizzare cave di grandezza immane,
facilitare il lavoro nelle miniere e rimuovere frane.
Certo, servì anche a perfezionare vari ordigni di guerra
e questo rese il suo gruppo finanziario tra i più potenti della terra.
Accortosi della potenza distruttiva della sua invenzione,
si ipotizzò che volesse rimediare con la sopra citata premiazione!
Già in vita appoggiò finanziariamente numerose conferenze,
impiegandosi per ridurre la povertà e debellare le sofferenze.
Sicuramente fu tra i massimi industriali della classe imprenditoriale,
morì a San Remo per un’emorragia cerebrale.
Da ricordare soltanto per le cronache
che dal 1969 è istituito anche il premio per le scienze economiche!
 

Wallace Hume Carothers (Burlington, 27 aprile 1896 – Wilmington, 29 aprile 1937)

La Società americana DuPont non espresse alcun disappunto,
definendolo anzi uno dei migliori chimici che la compagnia avesse mai assunto…
nel campo delle resine sintetiche fu un pioniere,
descrisse minuziosamente tutto quello che bisognava sapere.
Inventore del nylon e della gomma neoprene,
famoso per le sue scoperte nella chimica dell’acetilene.
Riguardo al nylon parlarono i fatti,
fu usato come fibra tessile e per produrre piccoli manufatti…
ma esattamente come avvenne la sua realizzazione?
Wallace Hume Carothers lo produsse polimerizzandolo per condensazione,
facendo reagire in modo unico e caratteristico
esametilendiammina e acido adipico…
Il nylon prodotto venne definito con estrema cautela:
“Resistente come l’acciaio e delicato come una ragnatela”!
Questo prodotto così innovativo
generò un delirio collettivo…
le prime calze in nylon vendute furono un fenomeno senza precedenti,
con lunghe code davanti ai negozi per gli accaparramenti!
Ci volle la seconda guerra mondiale,
per interrompere questa vendita colossale…
infatti il nylon scomparve dai mercati popolari
per essere impiegato secondo fini militari:
L’esercito ebbe da subito larghe vedute
impiegandolo per realizzare le corde e le calotte dei paracadute.
L’invenzione del neoprene risultò poi stupefacente,
una gomma sintetica resistente al calore, alla luce e a diversi tipi di solvente.
Il chimico statunitense fece reagire il vinilacetilene
combinandolo con cloruro d’idrogeno per avere il 3-cloro-1,2-butadiene,
e su suggerimento di Arnold Collins, suo stretto collaboratore,
usò cloruro rameoso come catalizzatore,
ottenendo così il prodotto desiderato…
ovvero cloroprene si sarebbe formato;
quest’ultimo, monomero, necessario per formare il policloroprene,
conosciuto anche con il nome commerciale di neoprene!
Ma Carothers invece di godersi la raggiunta notorietà,
visse purtroppo periodi di nevrosi e semi-infermità…
afflitto da malessere e gravi preoccupazioni,
si tolse la vita con una fiala di cianuro che usava portar sempre nella tasca dei suoi pantaloni!
Morì dunque suicida a soli quarantuno anni causa depressione,
avvelenatosi nella città di Wilmington in una pensione
 

Willard Frank Libby (Grand Valley, 17 dicembre 1908 – Cambridge, 8 settembre 1980)

Lavorò con passione alle tecniche di misurazione,
inventando il metodo della cosiddetta datazione!
Questo procedimento si è dimostrato prezioso per stabilire l’esatta cronologia
dal campo archeologico a quello della paleontologia…
sul radiocarbonio o carbonio 14 è basato
ed in particolare su di un rapporto utilizzato
tra il carbonio 12 e quello radioattivo,
tenendo conto che tale rapporto rimane costante in ogni corpo ancora vivo,
ma diminuisce gradualmente
dopo la morte dell’organismo vivente!
Da quel momento in poi, il carbonio 14 nel corpo imprigionato
comincia a decadere senza essere più rinnovato…
confrontando così l’abbondanza del carbonio 14 rimasto con quella originata inizialmente,
è possibile ricavare quanto tempo sia trascorso dall’inizio esattamente!
Infatti ogni essere vivente durante la propria vita
incamera con la respirazione una quantità di carbonio 14 finita…
alla morte l’assunzione di carbonio 14 cessa e inizia a venir perduta,
ovvero a disintegrarsi, a velocità costante e conosciuta.
E’ stato dunque fattibile datare con buona approssimazione
l’epoca di qualsiasi oggetto che contenga carbonio in determinata concentrazione:
Il tempo impiegato a dimezzarsi da parte di una quantità di questo elemento
è detto periodo di semitrasformazione o tempo di dimezzamento!
Questo metodo di datazione è in grado di stabilire in modo quasi certo
l’età effettiva di un certo reperto,
come quella di un osso o di alcuni minerali
fino alla datazione di età di mummie egizie naturali.
Seguitò pertanto un periodo denso di scoperte affascinanti,
in quanto le misurazioni effettuate su reperti di epoca egiziana diedero risultati assai incoraggianti.
Sicuramente la sua scoperta rivoluzionò lo studio del passato
in maniera tale da comprenderlo in modo più accurato!
La storia ricorderà per sempre questo chimico statunitense
che a Cambridge nel 1980 si spense
anche per aver profetizzato
in merito ad un esperimento che si sarebbe in seguito realizzato:
Willard Frank Libby si espresse infatti sulla Sindone in modo caustico
già molti anni prima che fosse analizzato il tessuto organico,
dichiarando pubblicamente che il metodo da lui inventato
non poteva essere utilizzato per datare quel manufatto nei millenni troppo contaminato.
Il premio Nobel nel 1960 gli fu conferito
e come motivazione vi era così scritto:
“Per il metodo di utilizzo del carbonio 14 nell’archeologia,
nella geofisica e nella geologia,
per la determinazione dell’età di appartenenza
ed in altre branche della scienza”.
 

Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987)

“Chi non conosce la storia di Primo Levi alzi la mano!”
Studente timido e diligente, a scuola non amava troppo né la storia, né l’italiano…
conobbe da vicino il significato di paura
raccontandolo attraverso la letteratura.
Durante la seconda guerra mondiale nei Lager nazisti subì la nefasta prigionia
da indurlo a diventare in seguito testimone di racconti, memorie, romanzi e poesia.
Sebbene si laureò in chimica a Torino nel 1941 con lode e onore
per la sua tesi di laurea fece fatica a trovare un qualunque relatore,
il riferimento “di razza ebraica” sul suo diploma scaturì dall’influenza nazista
che culminò con l’emanazione delle leggi razziali durante l’allora regime fascista.
La testimonianza della sua esperienza ad Auschwitz diverrà fondamentale
con la stesura del romanzo “Se questo è un uomo”, un classico della letteratura mondiale.
Ricorderà per sempre con turbamento
che al suo arrivo nel campo di concentramento
venne diviso dalle donne e dai bambini
ma che la conoscenza del tedesco gli permise di sopravvivere ai suoi aguzzini.
Nel corso del tempo ammetterà
con estrema lucidità
ed in maniera più che avveduta
che questa esperienza fu tale da rimuovere l’educazione religiosa prima ricevuta.
La mancanza di rancore verso i suoi carnefici e la sua propensione al lavoro
sono il lascito più prezioso di un qualunque altro più grande tesoro!
Con “Il Sistema Periodico” apporterà un vero e proprio inciso scientifico
narrando episodi associati ciascuno ad un elemento chimico,
come quando racconta “Oro” congiunto ad un racconto della sua storia tristemente provata
o “Uranio” relativo alla descrizione di un metallo dall’origine tormentata…
“La nobiltà dell’uomo era consistita nel farsi signore della materia”, in “Ferro” così scriverà
“… mi ero iscritto a chimica perché mi volevo mantenere fedele a questa nobiltà!”
“Il Sistema Periodico” verrà premiato nell’anno 2006 dalla Royal Institution britannica
indicandolo come “Miglior libro scientifico della Storia” omaggiando così l’autore oltremanica,
per aver tracciato in conclusione
la storia di un’intera generazione
che si negò in maniera totale
all’intolleranza e di conseguenza alla discriminazione razziale,
compiuta attraverso la forzata presa di coscienza
della propria condizione di ebreo, di quell’umiliante esperienza.
Ne “L’altrui mestiere” scriverà che la chimica è l’Arte di separare, distinguere e pesare:
C’è un patrimonio immenso di metafore che dalla chimica di oggi e di ieri lo scrittore può ricavare
e soltanto chi non abbia frequentato il laboratorio e la fabbrica, onestamente,
conosce soltanto approssimativamente.
Nel dopoguerra il chimico piemontese
lavorerà nell’azienda Siva di smalti e vernici di Settimo Torinese,
uomo attento e sensibile, appassionato e razionale
contribuirà allo sviluppo di quest’azienda di cui poi diverrà anche direttore generale.
La capacità d’osservare è la grande dote di questo chimico di Torino,
dirà di lui lo scrittore italiano Italo Calvino.
Nell’aprile del 2007 in occasione del ventennale dalla sua morte,
l’Università di chimica di Torino ha aperto le sue porte
per intitolargli l’Aula Magna dei Dipartimenti
onorandolo con merito e riconoscimenti.

11 commenti:

  1. Molto simpatico!
    Penso che potrbbe anche essere un buon metodo per studiare e ricordarsi date, nomi e fatti!
    Manifico post!

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo sul fatto che questa filastrocca merita di essere diffusa e conosciuta,poichè secondo me sono molto interessanti,istruttive e possono essere anche un efficace metodo di studio per ricordare alcune fra le più importanti caratteristiche di questi grandi personaggi della Chimica.
    Saluti

    RispondiElimina
  3. Martina, Eleonora le vostre riflessioni sono assennate. Le filastrocche, ma anche altre forme comunicative come i fumetti, i filmati e le drammatizzazioni sono tutte ottimi strumenti di sintesi, che hanno il vantaggio dell'immediatezza e dell'attrarre l'attenzione anche su temi complessi o spinosi.

    Un salutone
    Annarita

    RispondiElimina
  4. Sono bellissime...ho un debole per le filastrocche!
    Grazie, come al solito trovi sempre delle perle preziose!

    RispondiElimina
  5. M. Grazia, le filastrocche piacciono anche a te? Che combinazione! E' una piacevole sorpresa leggerti qui!:)

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  6. è veramente interessante perchè in una semplice filastrocca si possono imparare date, eventi e personaggi che hanno caratterizzato il mondo della chimica.
    ciao

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  7. Proprio così, Giorgia R.! E' un modo per facilitare l'apprendimento di eventi e personaggi:)

    RispondiElimina
  8. Ciao Annarita!!!

    Davvero simpaticissime queste filastrocche..
    Come dicono anche gli altri sono l'ideale per imparare e ricordare questi grandi personaggi della Chimica e le loro caratteristiche.

    Salutoni ;)

    RispondiElimina
  9. Ciao Matteo! Che piacere risentirti! Tutto bene, a scuola? E con la neve come siete andati? Immagino male, vero? Per fortuna pare sia finita!

    Un salutone. A presto!
    Annarita

    RispondiElimina
  10. Ciao Annarita, è un piacere anche per me risentirti.

    A scuola per ora tutto bene, con la neve invece un po' meno; le scuole sono rimaste chiuse per una settimana abbondante causa neve, ci sono stati molti disagi.
    Ora pare sia finita, il tempo comincia man mano a tornare alla normalità e da domani riprendono le lezioni.

    Da te invece com'è la "situazione neve"? :)

    RispondiElimina
  11. Non avevo dubbi, Matteo, che a scuola andasse tutto bene! Sei un ragazzo in gamba:)

    Immaginavo che la questione neve avesse reso difficile la situazione dalle tue parti.

    Qui da me abbiamo avuto dei momenti difficili sia dall'1 al 6 febbraio che il fine settimana scorso. Le scuole sono state chiuse per 6 giorni con una interruzione dal 7 al 9 febbraio. Anche qui sta tornando tutto alla normalità e domani si riprende a scuola.

    Fatti sentire ogni tanto. E' sempre un piacere avere tue notizie.

    A presto!
    Annarita

    RispondiElimina

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