venerdì 9 aprile 2010

AUSTRALOPITHECUS SEDIBA


Cari ragazzi di 3°B (e cari lettori) tra non molto parleremo di Evoluzione perciò mi appunto questa notizia, che, da qualche giorno, sta facendo il giro della blogosfera mondiale, per riprenderla più avanti al momento opportuno.

Ma nel frattempo...chi è Australopithecus sediba?

Per coloro che masticano l’inglese posso citare alcuni articoli comparsi su autorevoli riviste scientifiche:

- in primis  Science che ieri ha pubblicato la  Special Preview  “Special Feature: Australopithecus sediba”,

- e poi The New York Times con  “New Hominid Species Discovered in South Africa”,


- e WIRED SCIENCE "Possible New Human Ancestor Discovered
",

- e ancora la BBC con  “South African fossils could be new hominid species”.

Per coloro che l’inglese neanche a parlarne, cito due articoli che ho trovato, tra i vari consultati, più concreti e informati. Leggete questo  e questo.

Comunque, per coloro che non hanno voglia di cliccare su nessuno dei link indicati, sintetizzo brevemente la notizia.


Australopithecus sediba è l'ominide di cui  il 15 agosto 2008  Matthew Berger, figlio del paleoantropologo americano Lee R. Berger, ritrovò accidentalmente, per una caduta conseguente all'inseguimento del suo cane, i resti ossei.



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Potete immaginare la meraviglia del dottor Berger quando riconobbe nelle mani del figlioletto la clavicola dall'appartenenza inequivocabile ad un ominide!

La zona del ritrovamento è Malapa in Sud Africa, a circa 40 chilometri a Nord Ovest di Johannesburg.

Lee R. Berger paleoantropologo dell’Università di Witwatersrand e il suo team di ricerca, tra cui il coautore della scoperta Paule Dirks del Cradle Humankind World Heritage, hanno battezzato il reperto di ominide "Australopithecus sediba" che in realtà non è uno ma sono due scheletri, vecchi 1,95-1,78 milioni di anni: testimonianza fossile di una specie finora sconosciuta.

Si tratta di ossa di un ragazzino di 11/13 anni e di una giovane donna di 20/30 anni
, in ottimo stato di conservazione.

Sono stati ribattezzati australopitechi ‘sediba’, che in lingua Sesotho, una delle lingue parlate in Sudafrica, vuol dire “fonte”.



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"Non è possibile stabilire la precisa posizione filogenetica della nuova specie - afferma Lee Bergerpossiamo però affermare che ha in comune con i primi rappresentanti del genere Homo un numero più elevato di caratteri che non con gli altri australopitechi trovati fino ad ora.
Questa constatazione lo rende un possibile nostro antenato, ma potrebbe anche trattarsi di un suo parente stretto", un altro ramo che poi si è estinto senza lasciare specie 'figlie' e che per un certo periodo ha convissuto con i primi Homo
".

Di lavoro sodo ce n'è quindi ancora da fare per stabilire come stanno le cose.

Una notizia non sufficientemente rimarcata è invece il contributo offerto alla ricerca scientifica, e riconosciuto dallo stesso Berger,  da Google Earth. Google ne parla giustamente con orgoglio nell'articolo "Google Earth Helps Scientists Discover New Species of Early Man" su  Mashable.

Qui il video
che illustra la ricostruzione del cranio di AUSTRALOPITHECUS SEDIBA.



LA SEDIBA STORYLINE di Peter Schimd.







12 commenti:


  1. Notizia interessante. Speriamo serva a fare un po' di chiarezza nella selva tassonomica degli umani, visto che quasi a ogni scheletro si inventa una nuova specie, quando non un nuovo genere. Se ne lamentava tempo fa anche un illustre antropologo,...di cui però non ricordo il nome, quindi facciamo buona lì e alla prossima.
    Visto che hanno provato l'esistenza dei neuroni specchio nell'uomo? Iacoboni su Current Biology. E pensare che recentemente l'avevano messa in discussione. C'era  stata  un'accesa discussione.
    E' una scoperta molto importante.
    [paopasc]

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  2. Cara Annarita, queste scoperte
     mi lasciano sempre sorpresa e pensosa
    e tanti sono i dubbi che mi vengono...
    Forse non si saprà mai da dove veramente veniamo
    e  chi veramente siamo.
    Certo che il dottor Berger è stato fortunato.

    Un bacione. Ciao




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  3. Sì, Pa. Ho letto di Iacoboni e dei neuroni specchio. Dopo passo a leggere da te.

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  4. Beh, auguriamoci di sì, Rosaria. Molto della nostra provenienza già sappiamo per fortuna.

    Bacioni

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  5. A volte le scoperte più interessanti sono quelle che avvengono per caso. In questo caso l'esser figlio di un paleoantropologo è stata una doppia fortuna.
    Ciao Annarita, Roberta augurandoto uba lieta domentica.

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  6. Michela, sono contenta che tu abbia trovato interessante l'articolo.

    A lunedì
    la tua prof.

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  7. E' vero, Rob. La fortuna è propio una dea bendata...e meno male!

    Buona domenica anche a te!

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  8. Buondì Nereide. Interessante questo tuo post che domani farò leggere ai miei alunni, poichè stiamo parlando degli ominidi. Ho, personalmente, una difficoltà seria: non comprendo l'inglese, poichè sono ferma a conoscenze scolastiche, molto lontane nel tempo. Domani incomincerò un corso di inglese ma non ti nascondo la difficoltà che avrò di capiore la prof che parla solo in inglese. potresti consigliarmi un sito nel quale esercitarmi e spolverare  anche un po' di nozioni grammaticali? Grazie.
    Rosalinda

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  9. Grazie Annarita. Ho già cerdcato i siti da te indicati ed, in effetti, ci sono diverse possibilià, per rinfrescare il mio inglese....vabbè...per ri-impararlo, poichè non ricordo nulla. A presto Serenella

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  10. Di nulla, Serella. Auguri per il tuo corso di inglese.

    Ciao

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  11. Annarita, questa scoperta, in questo momento in cui cerco di appassionare i miei bambini all'archeologia...è straordinario!!!
    Grazie, grazie mille!
    france

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  12. France, sono contenta che l'articolo torni utile in quello che stai trattando a scuola con i tuoi piccoli.

    Un abbraccione.
    annarita

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