giovedì 1 aprile 2010

DIDATTICA LABORATORIALE, DIDATTICA DEL FARE

Cari ragazzi e cari lettori,  ancora un'altra segnalazione dal Carnevale della Fisica n. 5. Si tratta di un articolo dell'amico e collega Michele Maffucci, l'autore dell'ottimo VOCESCUOLA.

Non potevo lasciarmi scappare una perla di didattica laboratoriale. Vi propongo l'introduzione, il resto potete leggerlo o scaricarlo da questa pagina.

Grazie Michele!






Didattica laboratoriale, didattica del fare.

Un primo passo per rendere protagonisti i nostri allievi

 





Qualche settimana fa ho ricevuto l’invito dall’amica e collega Annarita Ruberto di Scientificando a partecipare al Carnevale della Fisica scrivendo un articolo che avesse attinenza con la Fisica. Come insegnante di Elettronica opero con  le leggi della fisica ogni giorno, inoltre l’occasione mi è servita per progettare un mio intervento ad una prossima conferenza in cui sarò relatore, ringrazio per questo Annarita che mi ha dato un motivo in più per riflettere su alcuni aspetti che riguardano la formazione di allievi con scarsissime competenze scientifiche.

Come insegnante di Elettronica e in passato anche di Fisica, ho constatato che gran parte degli allievi che giungono alle superiori, specialmente gli studenti che vengono indirizzati presso l’Istituto Professionale, con cui io lavoro, hanno una scarsissima capacità di osservazione della realtà, perché non allenati, con una conseguente incapacità nel realizzare semplici esperienze di laboratorio, caratteristica essenziale per comprendere in che modo emerge una legge fisica dall’esperienza di laboratorio.

Questa mediocre preparazione è una conseguenza diretta di una serie di deficit formativi e relazionali che riassumo brevemente:

    * problema matematico
    * nessuna capacità di stima
    * scarsa capacità nel lavoro di squadra
    * visione distorta della competizione (io so e tu soccombi)
    * nessuna condivisione del sapere
    * scarsissimo livello di amicizia


Per far si che negli allievi nasca il piacere di apprendere adotto in laboratorio un processo complesso fatto di più esperienze basate sul concetto di “scoperte guidate”, in modo che gli studenti diventino protagonisti attivi e propositivi dell’attività di formazione.

Insegnare misure elettroniche pregiudica, prima che assimilare i concetti base dell’elettronica e della fisica, saper far di conto, saper stimare, saper organizzare le proprie idee, saper schematizzare.
Per me, trasmettere questi saperi non è cosa semplice e come più volte descritto su queste pagine sto cercando di trovare la via utilizzando la didattica della robotica, in modo che gli allievi si trovino a progettare un dispositivo soggetto a diverse leggi fisiche.

Ovviamente questo processo non potrà essere immediato e dovrà essere organizzato in brevi esperienze che infondano nell’allievo la voglia dello sperimentare, ecco perché prima di partire con le mie lezioni di robotica ho deciso per i prossimi anni di predisporre esperienze di laboratorio di Fisica ed Elettronica che insegnino agli studenti come costruire uno strumento di misura perché solo in questo modo, secondo me, se ne può comprendere a pieno la grandezza fisica che si vuole misurare (corrente, differenza di potenziale, intensità luminosa, intensità sonora, ecc…)

Domanda: ma quale dovrebbe essere l’approccio con studenti che hanno enormi carenze?
Risposta: il divertimento!

Ho riflettuto a lungo su quale potesse essere l’esperienza di laboratorio preliminare, quella per “rompere il ghiaccio” che dovrebbe servire per ritrovare la voglia di sperimentare e sono giunto ad una semplice e fantasiosa considerazione, ho notato che in generale nelle aule è perennemente presente un rumore di fondo che fa da base alle spiegazioni, sembra quasi un mare su cui naviga la nave che trasporta i contenuti della nostra didattica ed alcune volte trova la “tempesta rumore” che con le sue onde fa saltellare le nostre spiegazioni.

La “tempesta” però sembra non essere avvertita dagli studenti, non so voi ma io noto con grande frequenza comportamenti alterati in cui ad un primo livello di rumore di fondo si somma la musica ascoltata dagli allievi in cuffia che si somma ancora ai loro discorsi.

La soluzione quindi è ritrovare il “rumore del silenzio” :-) 

3 commenti:


  1. Veramente un ottimo articolo che offre utili spunti per la didattica.

    Complimenti a Michele Maffucci e un grande grazie a te per averlo valorizzato.

    Salutoni

    Ruben

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  2. Bell'articolo complimenti ai mediatori tutti, un blog veramente utile!
    Buona giornata

    RispondiElimina
  3. Davvero un ottimo articolo finalmente qualcuno che spieghi con chiarezza la didattica laboratoriale con semplicità ed efficacia, credo fermamente in questo tipo di intervento pedagogico e didattico ed è per questo che propongo la massima diffusione. Partecipo a questo dibattito con un mio articolo sull'argomento sperando di fare cosa gradito. Un saluto colleghi.

    http://didatticapersuasiva.com/wp-admin/post.php?post=36452&action=edit&message=1

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