domenica 21 luglio 2013

Hoax Scientifici E Disinformazione Scientifica

Dalla rete

Il termine inglese hoax è l'equivalente dei termini italiani "beffa, scherzo, fandonia", ovvero una emerita balla, concertata ad hoc e diffusa prevalentemente via Internet.

Avete presenti le famigerate catene di Sant'Antonio distribuite via posta elettronica? Ne sono un esempio! Diffidate ed informatevi prima di cadere nella trappola, perché di una vera e propria trappola per creduloni, costruita ad arte, si tratta. 

Quando poi si ha a che fare con gli hoax scientifici, la faccenda diventa molto grave per le ovvie implicazioni che ne possono derivare. Pertanto, l'unico modo efficace per neutralizzare i "teorici del complotto e di qualunque dietrologia" è dichiarare lotta alla disinformazione scientifica, purtroppo imperante nel nostro Paese e da cui non sono indenni nemmeno persone culturalmente preparate...ma evidentemente non informate a livello scientifico. 

Indico di seguito alcuni noti esempi di Hoax chimici, ambito ove regnano sovrani incontrastati sia l'ignoranza che il pregiudizio.

Il primo e più famoso di tutti, riguardante chimica ed alimenti, è legato al "volantino di Villejuif", un elenco di additivi alimentari travisato come pericoloso. L'immagine riportata (Fonte) si riferisce ad una copia riprodotta in: Véronique Campion-Vincent e Jean-Bruno Renard, Urban Legends - voci di oggi, documento Payot, ISBN 2-228-88604-1I marchi sono stati oscurati dalla casa editrice del libro.

Questo il link al testo completo a cura del Centro antitumori di Villejuif, che all'epoca (era il 1976, ed Internet era ancora assente) avrebbero dovuto contattare, per verificarne la veridicità, tutti coloro che, contenti, ingurgitarono l'emerita bufala diffusa da un delinquente che purtroppo è rimasto ignoto.

Il volantino originale fu fotocopiato in quantità industriale e diffuso, si ipotizza realisticamente, presso circa 7 milioni di persone in Europa! Il danno derivante fu incalcolabile soprattutto per l'ospedale francese bersaglio, che ancora oggi risente delle pesanti conseguenze dovute alla criminale diffamazione di cui fu oggetto.
Probabilmente il vero obiettivo della bufala diffamatoria era il marchio Coca-Cola, che all'epoca riportava nelle sue etichette l'E330, denunciato come additivo pericolosissimo dallo sconosciuto boicottatore, il quale utilizzava l'astuzia di citare soltanto la sigla senza indicare il composto chimico corrispondente. La sigla E330 indica, infatti, niente altro che l'acido citrico (C6H8O7)contenuto nel succo delle arance e dei limoni, ma anche in quasi tutta la frutta, nei legni, nei funghi, nel tabacco, nel vino e persino nel latte.

L'acido citrico è un importante prodotto intermedio nel catabolismo, o degradazione, dei carboidrati di tutti gli esseri viventi aerobici (incluso l'uomo), ed è fondamentale nel ciclo di Krebs, processo biochimico che avviene in tutte le cellule che utilizzano ossigeno nel processo della respirazione cellulare.

In estrema sintesi, il ciclo di Krebs, che avviene nei mitocondri delle cellule eucariote (e nel citoplasma delle cellule procariote) è l'anello di congiunzione delle vie metaboliche responsabili della degradazione dei carboidrati, dei grassi e delle proteine in anidride carbonica e acqua con la formazione di energia chimica. E, poiché senza respirazione e senza digestione...non c'è vita, penso sia lampante quale grave e grassa bufala sia stata quella del 
volantino di Villejuif. Ergo, Diffidate ed informatevi prima di cadere nella trappola!


Fonte immagine

E con la seguente informazione chiudo sul caso del volantino di Villejuif: il rumore attorno a tale vicenda ebbe un'eco così vasta da sollecitare un vero e proprio studio su di essa. Nel 1989 fu infatti pubblicato il paper "A MASS POISONING RUMOR IN EUROPE" su The Public Opinion Quarterly degli Oxford Journals. Ne riporto l'abstract:
"For more than ten years, a rumor has been spreading in Europe. Transmitted from hand to hand on a leaflet, this rumor accuses ten well-known brands of food products of being toxic and producing cancer. Because of its persistence, extensiveness, and tangible nature, the rumor lends itself to empirical research. This article presents the most significant results of a number of studies assessing the rumor's penetration, its modes of diffusion, and its behavioral effects."

Continuando nella nostra carrellata, veniamo al 1990, anno in cui esplose un altro famoso hoax chimico: il DHMODihydrogen Monoxide. La beffa del monossido di diidrogeno coinvolge l'acqua, denominata con un termine sconosciuto, il DHMO appunto, e seguita da un elenco di effetti etichettati realisticamente come pericolosi per sostenere la richiesta di vietarla e metterla al bando.

La bufala evidenzia ancora una volta come la mancanza di alfabetizzazione scientifica possa portare a paure fuori luogo. "Monossido di Diidrogeno", abbreviato in "DHMO", è un nome dell'acqua, che è coerente con le regole di base della nomenclatura chimica, ma non rientra tra i nomi pubblicati dalla IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry). Questa raccomanda i termini water, "acqua", e oxidane: la molecola dell'acqua (H2O) è formata, infatti, come ben noto da un atomo di ossigeno (monossido) e da due atomi di idrogeno (diidrogeno).


Da Wikipedia en

La popolare beffa fu architettata da Eric Lechner, Lars Norpchen e Matthew Kaufman, studenti coinquilini presso l'Università della California, Santa Cruz nel 1990 appunto, e rivista da Craig Jackson (anch'egli uno studente della Santa Cruz UC) nel 1994. Ma il caso catturò l'attenzione del vasto pubblico nel 1997, quando Nathan Zohner, uno studente di 14 anni, raccolse numerose firme per una petizione che aveva l'obiettivo bandire il "DHMO", come base di un suo progetto scientifico, dal titolo "Quanto siamo creduloni?". 

La dicitura "Monossido di diidrogeno" può suonare pericolosa per coloro che hanno una limitata conoscenza in ambito chimico o per i chemofobi, ovvero coloro che perseguono un ideale di vita che mette al bando le sostanze chimiche. Con quale risultato poi, dato che la chimica è in ogni oggetto che utilizziamo quotidianamente nelle nostre case? La beffa del DHMO è spuntata fuori ricorrentemente nel corso degli anni.

Altra "bufala" scientifica è la teoria del complotto sulle scie chimiche, che vi invito a leggere su Wikipedia.

E che dire del "dentifricio che fa venire il cancro con l'SLS"?

Ma gli hoax non si limitano alla Chimica, invadendo la medicina e altri ambiti nevralgici. Cito il metodo Di Bella, una terapia alternativa per il trattamento dei tumori, che è priva di riscontri scientifici, e i viaggi della speranza in Cina per curare il Morbo di Gehrig con una terapia non riconosciuta dagli ambienti scientifici internazionali.

Purtroppo la diffusione dei Social Media ha reso virale la diffusione di notizie scientificamente infondate, che condizionano l'opinione pubblica e a volte hanno un peso determinante perfino nelle decisioni politiche. Non dimentichiamo il recente decreto anti OGM di casa nostra, che vieta l'uso di piante geneticamente modificate, regolarmente testate ed approvate dall'Unione Europea. C'è ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne presenti il normale cibo. Non esistono infatti studi o report che documentino un qualche danno alla popolazione derivato da cibi OGM:

http://www.ama-assn.org/resources/doc/csaph/a12-csaph2-bioengineeredfoods.pdf

http://www.nap.edu/catalog.php?record_id=10977#toc

http://jrs.sagepub.com/content/101/6/290

Come combattere la disinformazione scientifica? Iniziando con l'alfabetizzazione scolastica, in primis, per educare i giovani a discernere tra notizie scientificamente corrette e quelle che non lo sono. 

Agli adulti consiglio di aprire gli occhi e di informarsi da fonti attendibili. Sono da lodare iniziative quali DIBATTITO SCIENZA, che promuove la corretta informazione scientifica e l'interazione tra Scienza e Politica, o Pro-Test Italia che rappresenta ricercatori, scienziati, veterinari, divulgatori scientifici e tutti coloro che hanno interesse nella scienza e vogliono battersi affinché sia fatta una migliore informazione pubblica riguardante l’importanza degli animali nella ricerca bio-medica.



6 commenti:

  1. Eccellente articolo, hai messo il dito nella piaga: informarsi prima di farsi un'opinione o criticare, e non solo informarsi tramite internet, ma anche tramite libri specializzati, riviste, insomma con tutto ciò possa chiarire le nostre idee e dare il vero valore alle cose. Mai credere al primo venuto!
    Per tal motivo insisto sempre che è bene indagare, specialmente oggi che, come ben dici, la rete rende "virale" anche una semplice bufala.

    Grazie Annarita, vado a condividere il tuo post, ne vale davvero davvero la pena.
    Buona giornata.
    Rino.

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    Risposte
    1. Grazie dell'apprezzamento e della condivisione, Rino. La parola d'ordine è "informarsi" adeguatamente e non cadere nella trappola dei manipolatori di notizie.

      Buona serata.

      A prestissimo:)

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  2. Ci voleva un post così; l'ho apprezzato molto.
    Le bufale sono sempre dietro l'angolo e su Internet viaggiano e si diffondono velocissime. Come sempre, il primo consiglio è "accendere il cervello" e poi, come diceva la grandissima Margherita: "[...] soprattutto, bisognerebbe imparare a dubitare, a diventare scettici.". "Scettici curiosi" che davvero possono intraprendere un percorso di conoscenza.

    PS:
    ora però ci vuole qualcuno che spieghi ai nostri politici cosa sono le bufale e gli hoax scientifici; NO, forse non servirebbe... con loro siamo ancora al punto n°1: "Cos'è la Scienza?"

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    1. E'già qualcosa porsi la domanda: "Cos'è la Scienza?". Mah! Il problema è sempre lo stesso.

      Penso che gli uomini di buona volontà sappiano come dover agire per difendersi dalla disinformazione scientifica...gli altri farebbero bene a darsi una mossa.

      Ciao
      Annarita

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  3. Interessante articolo, cara Annarita, certo che ne escogitano di tutti i colori per portare acqua al loro mulino e purtroppo ci caschiamo noi poveri incompetenti, mi riferisco a me e a tutti coloro che non hanno competenza scientifica. Io non prendo tutto per oro colato, ma a volte succede di lasciarsi influenzare dalle informazioni che sembrano attendibili. Lo terrò a mente e ti ringrazio anche per gli OGM sui quali nutrivo dei dubbi. Ti auguro buone vacanze e grazie di tutto.

    Un affettuoso abbraccio
    annamaria

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    Risposte
    1. Cara Annamaria, sono contenta che il mio post sia stato utile ai fini di una riflessione circa i comportamenti da adottare in tema di informazione scientifica.

      Buone vacanze anche a te.

      Un abbraccio
      Annarita

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