mercoledì 1 giugno 2011

Calcolatrice Agli Esami Di Stato: Legge In Vigore Dal 2012

calcolatrice graficaDal 2012 entrerà in vigore la legge che ammette l'uso della calcolatrice in tutti gli esami di stato.

Ci stiamo riferendo alla calcolatrice grafica e agli strumenti programmabili con cui si possono realizzare anche i grafici di funzioni.

Attualmente agli esami di stato è consentito l’uso delle calcolatrici scientifiche, mentre è  vietato l’uso delle calcolatrici grafiche e programmabili con e senza calcolo simbolico.


In aprile, Tuttoscuola ha svolto un sondaggio da cui emerge, tra le altre considerazioni,  che l’ingresso di questo tipo di calcolatrici e di altri supporti programmabili potrebbe favorire una migliore comprensione di specifici concetti matematici altrimenti difficilmente riconducibili allo studio della vita reale.

Tali considerazioni sembrerebbero trovare conferma nelle prestazioni ottenute, nelle indagini comparative internazionali sull’apprendimento della matematica quali l’Ocse-Pisa 2009, dagli studenti quindicenni dei Paesi piazzatisi nella parte alta della classifica (tutti sopra la media OCSE), o addirittura ai primissimi posti come la Finlandia, mentre l’Italia si colloca nella parte bassa della graduatoria, sotto la media OCSE: 35° posto su 74, e uno degli ultimi in Europa.

Tali Paesi sono Francia, Germania, Austria, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera, Finlandia, Regno Unito, Paesi Bassi, in cui l'uso della calcolatrice grafica è consentito durante gli esami, oltre che nella didattica.

Partendo dalla constatazione del migliore apprendimento in Matematica ottenuto da quasi tutti i Paesi europei, risultano favorevoli all’utilizzo pure in Italia l’84% dei lettori del citato sondaggio (di cui il 47% molto favorevoli e il 37% abbastanza), mentre sono poco favorevoli o per niente favorevoli rispettivamente il 12% e il 3%.

Per approfondire, vi indico i link a:

- il sondaggio di Tuttoscuola,  
condotto su oltre 1100 lettori  , di cui l'87% insegnanti, ma anche dirigenti scolastici, studenti, genitori, docenti universitari, ecc.;
- i risultati Ocse - Pisa 2009
, pubblicati l'1/04/2011 con il Rapporto Nazionale PISA.

Il prof. Gabriele Anzellotti, ordinario di Analisi matematica all'Università di Trento,  e considerato il maggior esperto italiano di test e prove oggettive nell'area matematico-scientifica, sostiene che “nell'apprendimento, e di conseguenza nella didattica e nelle prove di esame, l'uso di strumenti informatici per la gestione dei dati, la comunicazione, il calcolo automatico, la rappresentazione, è una questione cruciale”.

Sono favorevole - prosegue Anzellotti - a introdurre in particolare l’uso del computer nell’esame di Stato, non solo per le prove di matematica. Questo va fatto non in modo estemporaneo, predisponendo e validando prove strutturate che in parte si facciano con l’uso del computer (e di risorse di rete) e in parte no, preparando le soluzioni tecniche-organizzative negli istituti scolastici, realizzando un’effettiva parità di condizioni per tutti gli studenti per quanto riguarda l’accesso agli strumenti informatici”.

Mauro Cerasoli, presidente dell'Associazione per la Didattica con le Tecnologie, spiega “che bisogna rompere il tabù dell'imparare a memoria a fare i calcoli: nessuno sa a memoria i numeri di telefono, eppure tutti telefonano; e per fare operazioni come moltiplicazioni del tipo 328 x 621,4 è richiesto almeno l'uso di carta e penna, che sono uno strumento né più né meno che la calcolatrice. Usare la calcolatrice per fare calcoli complessi - conclude Cerasoli - è come prendere l'aereo per raggiungere Londra: ogni azione più complessa richiede un mezzo differente e più evoluto, e non ha alcun senso vietarne l'uso”.


Il ministero della Pubblica istruzione da tempo spinge per l'ingresso - senza costi per lo Stato, s'intende - della tecnologia a scuola e da mesi manda in giro per l'Italia uno dei suoi ultimi dirigenti, il professor Emilio Ambrisi, già insegnante di matematica e fisica, preside, oggi ispettore ministeriale, per spiegare ai docenti restii che la macchina non sostituisce il ragazzo, solo lo aiuta.

Il professor Ambrisi, in viaggio per Brindisi e reduce da Torino, spiega: "Presto toglieremo alle calcolatrici a scuola l'ultimo ostacolo, l'aggettivo non programmabile, che si è sempre inteso nell'accezione "calcolatrice grafica". Sarà ininfluente rispetto alle tracce che si forniranno alla maturità: la soluzione del problema sarà sempre frutto del ragionamento degli studenti. D'altro canto, in gran parte dell'Europa la calcolatrice evoluta è prassi affermata negli esami e nelle classifiche comparative gli studenti stranieri nella matematica sono sempre più in alto dei nostri". [Fonte]

Interessante questo pdf de LA STAMPA del 4 aprile, giusto per acquisire ulteriori elementi circa le tendenze per l'uso delle "programmabili". Questo è invece di Repubblica di ieri, 31 maggio 2011.

Sin qui la notizia, che non ho riportato in uno scarno trafiletto, ma su cui ho cercato di documentarmi per suggerirvi dei link di approfondimento e su cui sarebbe gradito conoscere il vostro punto di vista di colleghi, studenti, genitori.

Non sono sfavorevole per partito preso all'introduzione degli strumenti sin qui discussi all'interno della didattica, e di conseguenza nelle prove d'esame..., però è mia convinzione, derivante da anni di didattica in trincea, che la maturazione di reali competenze non debba essere demandato semplicisticamente all'utilizzo del tale o tal altro strumento tecnologico.

Gli strumenti rimangono strumenti che possono sì affiancare efficacemente l'azione didattica e facilitare l'apprendimento degli alunni, ma occorre impiegarli con la piena consapevolezza anche dei loro limiti oltre che dei loro vantaggi.

Non voglio indugiare di più, oltre la notizia, perché i temi della didattica mi appassionano esageratamente e so bene sin dove potrei spingermi. Però non nascondo che mi sarebbe piaciuto conoscere un punto di vista autorevole al riguardo.

Concludo con una osservazione che mi sorge spontaneamente. E' vero che i succitati Paesi europei, insieme ad altri Paesi orientali, conseguono risultati di eccellenza nell'ambito di competizioni internazionali come l'Ocse-Pisa, ma non facciamo l'errore di pensare che ciò sia dovuto in maniera rilevante all'utilizzo degli strumenti programmabili. Questi Paesi utilizzano anche e soprattutto modelli didattici nell'ambito di sistemi di istruzione diversi dal nostro, investendo in essi risorse consistenti perché considerano la Scuola un punto di forza per il miglioramento dei loro Paesi.

Poi ci sarebbero altri elementi da considerare, ma penso sia emerso sufficiente materiale su cui riflettere e discutere.




10 commenti:

  1. Da studente? Favorevolissimo.
    Ho letto con molta attenzione l'articolo, visitato gli approfondimenti e provato anche a ragionare su alcune tue considerazioni che condivido pienamente.
    Riguardo al sondaggio di Tuttoscuola, emerge una buona tendenza a dare alle Matematica il giusto peso formativo e la maggioranza è propensa all'utilizzo della tecnologia nella didattica. Non ho ben capito a chi è stato rivolto il sondaggio, ai soli insegnanti o anche agli studenti? Perchè i dati sono si importanti, ma bisogna anche analizzare da quali fonti provengano per poter dare una più corretta interpretazione.

    Comunque si alle calcolatrici programmabili, ma:
    1) non solo per gli esami di stato, bensì, soprattutto durante il percorso didattico.
    2) come strumenti di supporto didattico e non sostitutivo
    3) a partire almeno dalle scuole medie; alle superiori può essere già troppo tardi
    4) non da utilizzare solo in laboratorio o in occasioni particolari; se le si introduce bisogna avere il coraggio e la coerenza di crederci fino in fondo e renderle strumenti quotidiani.

    L'argomento è davvero interessante e non voglio sparare tutte le cartucce subito (es: chi programma cosa?). Qui la discussione dovrebbe partire spontanea visto che l'argomento chiama in causa docenti, studenti e genitori (es: chi paga cosa?).

    Rimango in attesa che la discussione si allarghi.
    Un salutone
    Marco



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  2. PS:
    Riguardo alla tua ultima osservazione:
    davvero c'è qualcuno che crede che le differenze riscontrate nelle statistiche e conseguenti classifiche dipenda dall'uso delle tecnologie? La tecnologia da sola non risolve i problemi, può aiutare sotto vari aspetti, ma per quanto sia sofisticata ha sempre bisogno di una TESTA che gli dica cosa fare. E chi insegna alle teste a pensare? Quale è il metodo migliore? Esiste poi un metodo migliore?

    PPS:
    Tu cara Annarita ti sei frenata ed io seguo l'esempio, altrimenti... ce ne sarebbe da dire

    Marco

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  3. Ciao, Annarita. Un articolo che pone diversi interrogativi. Anch'io come te insegno materie scientifiche e ogni anno puntuale si presenta il problema se far usar ai ragazzi la calcolatrice agli esami.

    Io in genere non sono molto favorevole perché usarla tout court agli esami senza un impiego didattico a scuola mi sembra incoerente. Però mi riferisco alle scuola media e alla comune calcolatrice, non quella programmabile.

    Mio figlio la utilizza all'università, nel corso di scienze statistiche. Naturalmente per lui è uno strumento molto utile, ma gli ho sentito dire più di una volta che non impara la statistica grazie all'uso di tali strumenti.

    Poi chi sostiene la spesa di questi strumenti, chi li programma e tutto il resto?

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  4. Marco, ho aggiunto alcuni riferimenti mentre tu editavi il commento. Al sondaggio hanno risposto oltre 1100 lettori di Tuttoscuola, di cui l'87% insegnanti. Il rimanente è costituito da studenti, presidi, docenti universitari.

    Per quanto riguarda il sì alle calcolatrici programmabili supportato dai cinque punti in scaletta, concordo pienamente. Hai toccato dei nodi importanti.

    Aspettiamo di sentire altri pareri.

    Salutoni.

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  5. ...davvero c'è qualcuno che crede che le differenze riscontrate nelle statistiche e conseguenti classifiche dipenda dall'uso delle tecnologie?

    Penso di sì, ma spererei di no, Marco! C'è molto su cui lavorare e modificare....

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  6. Anch'io come te insegno materie scientifiche e ogni anno puntuale si presenta il problema se far usar ai ragazzi la calcolatrice agli esami.

    Conosco il problema, Arte, perché si ripropone ogni anno in diverse scuole. Anche da me facciamo utilizzare la calcolatrice durante gli esami, ma non c'è ancora una cultura dell'utilizzo durante la didattica quotidiana.
    Occorrerebbe, invece, introdurla come utile strumento di affiancamento come altri, educando i ragazzi all'uso mirato. Ma il discorso si estende anche agli altri strumenti tecnologici.

    Mio figlio la utilizza all'università, nel corso di scienze statistiche. Naturalmente per lui è uno strumento molto utile, ma gli ho sentito dire più di una volta che non impara la statistica grazie all'uso di tali strumenti.

    Penso che tuo figlio abbia ragione perché ne ha compreso in pieno la funzione e lo impiega come tale. Bravo!

    Poi chi sostiene la spesa di questi strumenti, chi li programma e tutto il resto?

    Queste sono delle belle domande, Arte. Il Ministero ha tagliato all'osso i fondi, non saprei quindi dirti se è nei suoi intenti spendere per le calcolatrici. Quelle buone sono costosette. Ci sono problemi non semplici da gestire, ma con una politica oculata e intelligente si possono risolvere.

    Un salutone.

    annarita


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  7. Scusa il ritardo, AnnaRita.
    Hai mai letto il racconto breve di Isaac Asimov "Sette per nove"?
    Io l'ho letto tanto tanto tempo fa nella raccolta curata da Fruttero: "Le meraviglie del possibile", oggi si può trovare qui: http://web.ticino.com/aladino/calcolatori/racconto_asimov.htm
    Trovo che ci siano tutte le domande e tutte le risposte e come sempre Asimov è divertente.

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  8. Grazie, Aldo. Il tuo racconto personale è emblematico. Ribadisco l'utilità della calcolatrice come strumento che affianca l'apprendimento, ma che non si deve sostituire acriticamente alle strategie di calcolo.

    Le tecniche e le strategie del calcolo rapido mentale sono molto importanti e non devono essere trascurate oggi più che mai. Non pochi sono, infatti, i ragazzini che accedono alle medie non sapendo svolgere le divisioni e non di rado dimostrano difficoltà anche nelle restanti operazioni di base.

    Interessante il link che hai segnalato.

    Ciao.
    annarita

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  9. Figurati, Gigi! Ho letto parecchio di Asimov, ma non il racconto che citi. Ti ringrazio del link che visitierò sicuramente. Sono curiosa...

    Ciao e a presto.

    annarita

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  10. Penso che una volta apprese le tecniche e gli algoritmi 'manuali' si possa nenissimo passare ad imparare anche mediante un uso consapevole della calcolatrice; il quale non è un banale premere bottoni. Occorre infatti assumere confidenza con i limiti di ciascuno strumento e con le tecniche numeriche che ne consentono un uso efficace...se ciò si accompagna poi al poter approfondire concetti più avanzati concettualmente evitando di perdere tempo inutile a continuare a calcolare a mano quello che poi nella vita reale / lavorativa ormai si fa come minimo con un foglio di calcolo su computer / tablet o addirittura cellulare, tanto di guadagnato. In molti paesi tecnologicamente più avanzati di noi (anceh di recente industrializzazione) lo han già capito da anni.

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