venerdì 17 settembre 2010

La Stimolazione Cognitiva Nei Bambini Previene L'obesità


Cari lettori,

sul sito dell'Università degli Studi di Firenze è segnalata una ricerca che ha l'obiettivo  di prevenire l'obesità infantile, un fenomeno purtroppo in crescita.

Diversi sono i motivi alla base di tale crescita, in primis perché i nostri bambini sono alimentati da una famiglia che non si pone più il problema di soddisfare il loro fabbisogno alimentare, ma si preoccupa soltanto di "farli mangiare".
Così, ecco sulla tavola cibi ricchi di grassi e di zuccheri, cibi edulcorati e cibi addizionati di sale per rendere più gustoso l’alimento.

Consideriamo, ad esempio, la prima colazione. I bambini, che un tempo consumavano pane e latte, oggi consumano ancora un cereale, ma arricchito di cioccolato et similia, ovvero troppi grassi e troppi zuccheri!

Pertanto, benvengano le ricerche come questa! Naturalmente, la lotta contro l'obesità comincia ed è sostenuta da una buona educazione alimentare.

 


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La stimolazione cognitiva nei bambini previene l'obesità

Ricerca su PNAS, firmata anche da docente del Dipartimento fiorentino di Psicologia



Crescere un bambino in un ambiente fisicamente e intellettualmente stimolante lo aiuterà a sviluppare un buon sistema di regolazione dell'appetito e del peso corporeo. Il gioco, l'esplorazione, la socialità, in una parola, la stimolazione cognitiva, giocano un ruolo importante nel prevenire l'obesità, potenziando i benefici della sola attività fisica. E' quanto emerso da uno studio pubblicato sull'ultimo numero della rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences ("A sensitive period for environmental regulation of eating behavior and leptin sensitivity" PNAS, 7 settembre 2010) condotto da ricercatori toscani e coordinato, insieme a Margherita Maffei del Dipartimento di Endocrinologia dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, da Tommaso Pizzorusso, associato di Psicobiologia e psicologia fisiologica presso il Dipartimento di Psicologia dell'Ateneo fiorentino.

La ricerca, a cui hanno contribuito anche l'IEPTO-Istituto Europeo per la Prevenzione e Terapia dell'Obesità, la Scuola Normale Superiore e l'Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa, ha dimostrato per gli animali la possibilità che un cambiamento radicale delle condizioni di vita aumenti la sensibilità alla leptina, ormone prodotto dal tessuto adiposo che agisce sul cervello per sopprimere l'appetito e indurre dimagrimento.

Mentre gli studi successivi alla scoperta della leptina - avvenuta nel 2004 ad opera del gruppo di Jeff M.Friedman - hanno segnalato nei soggetti obesi livelli di leptina molto elevati ma, insieme, un'incapacità da parte del cervello di rispondere al segnale leptinico (dimagrante) nella maniera corretta, lo studio odierno ha dimostrato che l'ambiente in cui si è sottoposti fin dalle prime fasi della vita influenza le abitudini alimentari e la sensibilità alla leptina.

L'esposizione ad un ambiente in cui siano favoriti non solo l'esercizio fisico ma anche attività tipicamente "cerebrali", determina nell'ipotalamo - il principale centro cerebrale dedicato alla regolazione del metabolismo - un potenziamento della risposta dei neuroni al segnale di sazietà veicolato dalla leptina. Inoltre, lo studio prova che l'arricchimento ambientale è anche in grado di modificare i circuiti nervosi che controllano l'appetito, i quali potrebbero contribuire in modo determinante all'aumento della sensibilità alla leptina.

Non si ottengono, invece, effetti così eclatanti attuando lo stesso cambiamento di stile di vita su animali adulti, a conferma che, come per molte altre funzioni, le abitudini alimentari, ed i meccanismi biochimici e neurologici che le regolano, si stabiliscono durante le prime fasi della vita.

 
(La ricerca è stata segnalata da Tommaso Pizzorusso, Dipartimento di Psicologia)



4 commenti:


  1. Mi viene da pensare che cibarsi, oltre ad una funzione nutritiva ne possiede anche una, come dire, di stimolazione generale, dal classico appagamento per insoddisfazione al meno classico appagamento per "assenza di stimoli cognitivi".
    Mi sembra che sia proprio questo il caso della scoperta.
    La sostituzione di una stimolazione francamente edonistica come il cibo succulento e dolce con un pari impegno appagante orientato però alla stimolazione delle capacità psico-fisiche oltre che impedire l'adozione di abitudini insane contribuisce a generare più desiderabili caratteristiche individuali.
    Paopasc

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  2. Cara  Annarita, tutto vero quello che hai riportato
    Ma una mia teoria mi dice anche un'altra cosa
    Ad esempio prima tante cose non  c'erano, insomma,
    si mangiava di meno
    Il movimento era assicurato
    Si camminava a piedi
    Il benessere ha portato l'obesità
    Sulla tavola di oggi arrivano tante cose strane 
    Come sono fatte?
    Come agiscono sul nostro organismo?
    Mistero!

    Bacione ciao 











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  3. Mi sembra che sia proprio questo il caso della scoperta.

    Concordo, Pa!

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  4. Ma una mia teoria mi dice anche un'altra cosa. Ad esempio prima tante cose non  c'erano, insomma, si mangiava di meno. Il movimento era assicurato...

    Rosaria, nel post ho citato in primis la responsabilità della famiglia, ma sono presenti altri motivi, tra cui ciò che tu hai citato nel commento.

    Bacione.

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