giovedì 2 dicembre 2010

Claudio Procesi Commenta La Riforma Gelmini

Perché Claudio Procesi? Per un fatto affettivo. Ne sentivo parlare con riverenza ed ammirazione in casa di un mio zio, appassionato di matematica, da un suo amico che era stato alunno di Claudio Procesi per  la durata di un anno accademico prima che egli  volasse via negli States.

Era, se non ricordo male il racconto, il 1971 e Procesi aveva all'epoca appena trentanni. Passò come una meteora nell'Ateneo salentino. Si parlava di lui come di un genio...e infatti è attualmente considerato, tra l'altro, uno dei massimi esperti mondiali in Algebra; è membro dell'Accademia dei Lincei e del Comitato per l'assegnazione del premio Abel!



Leggete le informazioni su Wikipedia.


E oggi Procesi condanna, esplicitamente e senza mezzi termini, la riforma Gelmini dell'Università.

Riporto l'incipit di un'intervista pubblicata su Lettera43.

«Una riforma che non dà speranza, che relega l'Italia al ruolo di cameriere d'Europa e che fa parte di un modo di fare politica da stadio». Parole pesanti indirizzate all'ultima rivoluzione dell'università voluta dal ministro Gelmini. Quello che impressiona è che a pronunciarle non sono i ragazzi dell'Onda, né i ricercatori che sono saliti sui tetti, ma un matematico tra i maggiori esperti mondiali di algebra.
Claudio Procesi, classe '41, insegna come ordinario alla Sapienza. Prima di approdare a Roma ha lavorato e fatto ricerca all'università di Chicago e alla Normale di Parigi. Ora è anche membro dell'Accademia dei Lincei.
Esperienze e attestati che potrebbero garantirgli tranquillità e benessere. Invece no. Il professor Procesi in questi giorni, come negli ultimi anni, è stato in prima linea per evitare che «l'università italiana continuasse ad andare alla deriva». Ha creato un blog aperto alla discussione sul mondo accademico. Ha cercato, con altri colleghi, un contatto con la Gelmini. Dopo tanti mesi è riuscito per vie traverse ad avere un appuntamento con lei, ma quando si è presentato lì il ministro gli ha dato buca.


Continuate a leggere su Lettera43. Il suo pensiero non si discosta da quanto emerso nel post di ieri "L'elenco della scienziata precaria."

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