domenica 21 marzo 2010

Relatività E Causalità Tra Fisica E Filosofia


libri



Cari lettori, vi presento "Relatività e Causalità tra fisica e filosofia" (Aracne editrice, Roma, 2007, pag. 321), il libro  che l'amico Tommaso Alberto Figliuzzi[1] mette a disposizione del Carnevale della Fisica quinta edizione.

Potete consultare qui il file pdf del libro.


Riporto la Prefazione di Giovanni Battimelli.


La prefazione di Giovanni Battimelli, noto e brillante storico della fisica, docente universitario presso “La Sapienza” di Roma, sottolinea con grande efficacia il valore positivo di una operazione quale quella proposta da Figliuzzi, intesa a saldare, sul terreno di concrete e importanti indagini, cultura filosofica e cultura scientifica, indispensabili l’una all’altra. Ciò gli fa concludere che «sarebbe auspicabile che il lavoro di Figliuzzi trovasse diffusione tra gli studenti dei due ambiti disciplinari
tra cui il libro costruisce un ponte: gli studenti di filosofia della scienza sarebbero costretti a confrontarsi con le difficoltà non eludibili della formalizzazione sofisticata in cui sono incorporate le relazioni di causalità di cui si occupa la moderna fisica teorica; e gli studenti di fisica vedrebbero l’universo di problemi generali nascosto dentro le equazioni che imparano a maneggiare…
».

L’utile funzione didattica del libro è, del resto, messa in risalto da un lusinghiero giudizio, che accompagna l’opera, da parte di Carlo Bernardini, insigne scienziato, professore emerito dello stesso Ateneo, il quale scrive: «Gli studenti di fisica nell’università italiana hanno gravi carenze nella formazione culturale a margine degli aspetti più tecnici della disciplina. L’importante testo di T. A. Figliuzzi
sul problema epistemologico del rapporto tra relatività e causalità può aiutarli ad approfondire il loro apprezzamento per la fisica, grazie anche alla perizia pedagogica con cui è scritto
».

La ricerca (sollecitata, come si legge nella Introduzione, dalla «evidente “simpatia” per una fisica che non nasconda, bensì assuma in maniera consapevole ed esplicita i molteplici contributi filosofici di cui si alimenta, così come per una filosofia che abbia nel sapere scientifico l’irrinunciabile premessa su cui fondare il discorso gnoseologico e ontologico») individua innanzitutto nella Causalità uno dei concetti fondamentali dei due ambiti culturali, e nella Relatività la teoria che, per il ruolo che il nesso causale vi svolge nonché per la posizione di rilievo da essa conseguita sia sul terreno scientifico che speculativo, si presta straordinariamente ad una funzione di collegamento tra gli stessi.

La prima parte viene quindi destinata a considerazioni storico-epistemologiche, che per esempio tendono a evidenziare la scarsa chiarezza concettuale e semantica delle nozioni di causalità, determinismo, indeterminismo, così come i conseguenti equivoci e ambiguità in numerosi contesti teorici; per passare poi a illustrare le idee di Einstein in materia, tra influenze ora kantiane, ora positivistiche, in difficile equilibrio col suo noto “realismo”.

La seconda parte, molto più ampia, dedicata invece alla causalità nell’ambito della teoria della relatività e degli studi aventi a che fare in un modo o nell’altro con essa, si sofferma in primo luogo sui rapporti tra ordine causale e ordine temporale, sugli aspetti causali della relatività della simultaneità, sulle diverse interpretazioni in merito al valore ontologico di presente, passato e futuro, sulle problematiche sollevate dagli effetti relativistici.

Si passa allora all’esame delle più note “teorie causali del tempo” (come quelle di Reichenbach o di Grünbaum), che nella Relatività indicano esplicitamente il loro fondamento; ma anche delle importanti obiezioni di studiosi che, dal versante filosofico, lasciano talora intravedere nuove prospettive, prese in considerazione, sul terreno fisico, per esempio dagli studi sui “tachioni”. Il complesso rapporto tra causalità e temporalità conduce quindi a considerare le diverse interpretazioni
dell’universo quadridimensionale di Minkowski e del divenire; per cui si dedica attenzione alla visione statica e acausale degli eventi fisici o, viceversa, alla descrizione di un determinismo compatibile con una concezione “aperta” del futuro.

I successivi due capitoli, considerando le discussioni in merito al ruolo di contiguità spaziale e antecedenza temporale nella relazione di causalità, si soffermano sulla interessante (e “trasgressiva”) fioritura teorica impegnata a dimostrare la possibilità, nella Relatività, di modelli descrittivi di azione a distanza o facenti uso di potenziali anticipati (come nel caso della famosa “absorber theory” di Wheeler e Feynman, poi ripresa da Cramer).

L’ultima sezione del lavoro, dedicata alla difficile “convivenza pacifica” tra teoria della relatività e meccanica quantistica, tenendo presenti i numerosi interrogativi sollevati dal fenomeno dell’“entanglement” si sofferma sulla vicenda che dal “paradosso di EPR” conduce al modello teorico di Bohm, al teorema di Bell e alle conseguenti verifiche sperimentali di quest’ultimo. Ma soprattutto vengono presentate diverse importanti interpretazioni, sia sul piano fisico che filosofico, della non-località quantistica in rapporto alla causalità relativistica (come quelle degli italiani Ghirardi o Dorato, per esempio), non mancando di ricordare alcuni risvolti applicativi del dibattito teorico, come nel caso degli studi sul teletrasporto”.

Non si trascura, quindi, l’applicazione, da parte di Cramer, dei potenziali anticipati al suddetto problema della non-separabilità quantistica.
La conclusione della ricerca presenta il complesso di studi, di carattere sia fisico che filosofico, vertenti sulla tematica della causalità in rapporto alla teoria relativistica, come esempio di una penetrante filosofia della fisica (nata sul concreto terreno di quest’ultima) capace di contribuire ad una vera e propria “filosofia della natura” (ovviamente non di tipo prescientifico), che, quale espressione di una più fondamentale istanza conoscitiva, accompagni e completi la dimensione pragmaticotecnologica della scienza.

_________________________________


[1] Tommaso Alberto Figliuzzi è laureato in Filosofia e in Fisica. Della
prima disciplina è stato docente per molti anni al Liceo “E.Q. Visconti”
di Roma. Collaboratore del “Centro per la Filosofia Italiana”, ha pubblicato
diversi studi su tematiche filosofico-scientifiche.



8 commenti:


  1. Tema estremamente interessante e irrisolto. Specie se si considera l'attuale incertezza riguardo al destino dell'universo, alla presenza di entità definite oscure per mancanza di qualsiasi indizio, se non la loro supposizione teorica per "far tornare i conti", e quindi si la accetta come una sorta di ritorno all'antico per quanto riguarda le domande fondamentali. Torniamo, dopo un enorme giro a riprodurre le antiche domande, anche se addobbate di nuove conoscenze, a riprova di una refrattarietà, speriamo solo fittizia, della natura a lasciarsi disvelare.
    Personalmente ritengo molto utile l'accesso alla discussione anche di studiosi di altre discipline, l'allargamento concettuale che ne segue può favorire la formazione di un impianto teorico da sottoporre al vaglio sperimentale. Ma anche la scoperta di nuovi sistemi di investigazione. E penso soprattutto a Einstein, e a come "intuitivamente" (a suo dire) si siano date a lui le sue teorie, che egli ha saputo tradurre nel linguaggio della scienza, e di come la sua carriera sia poi proseguita in un eterno filosofeggiare sulle frontiere della fisica, alla ricerca pedante di qualcosa che a volte solo l'intuizione sa dare.
    Ottimo articolo Anna e complimenti anche a Figliuzzi, per la sua iniziativa di condividere gratuitamente il suo lavoro, che mi affretto a scaricare!

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  2. "[...]complimenti anche a Figliuzzi, per la sua iniziativa di condividere gratuitamente il suo lavoro, che mi affretto a scaricare!"
    Non sono sicura che fosse questa la sua intenzione, fossi in lei, Anna, toglierei il link a meno che non sia sicura del permesso, ultimamente la polizia postale si fa sempre più pressante in previsione della maledetta ACTA

    comunque è un libro sicuramente da leggere lo metto nella mia biblioteca personale!

    -fisica caput mundi-

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  3. Caro/cara caput mundi, lo/la ringrazio della sua preoccupazione, ma non potrei disporre del link al libro di Figliuzzi se non fosse stato lo stesso autore a fornirmelo, non le pare?

    In ogni caso, sarà lo stesso autore a confermarlo in un commento, così si tranquillizzerà


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  4. Quale autore di "Relatività e Causalità", vorrei rassicurare Caput mundi circa il mio pieno consenso, d'intesa con "Scientificando", alla libera visione del libro nell'ambito della V edizione del "Carnevale della Fisica", limitatamente allo svolgimento di tale lodevole iniziativa culturale.

                          Tommaso Alberto Figliuzzi (talfiz@tele2.it)

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  5. Caro Alberto, ti ringrazio molto del riscontro.

    Un caro saluto.
    annarita

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  6. Con piacere ho letto il pertinente commento di Paopasc, il quale mi pare sia d'accordo sul fatto che la fisica teorica contemporanea vada sempre più riproponendo, nel linguaggio matematico, "domande fondamentali" tipiche del pensiero filosofico, dal quale peraltro essa è nata.
    E' proprio vero, insomma, che, come egli (o ella) dice, "sulle frontiere della fisica si filosofeggia", sebbene spesso si cerchi, purtroppo, per la perdurante e conformistica mentalità "scientista" di molti ambienti accademici, di negarlo o di non darlo troppo a vedere; quando invece una sempre più decisa e consapevole affermazione della filosofia della fisica, contigua alla indagine scientifica in senso stretto,non potrebbe che giovare a quest'ultima per tanti aspetti.

                                                                      T. A. Figliuzzi

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  7. Caro Figliuzzi ha correttamente interpretato il mio pensiero. Non per niente sto ora leggendo un libro di Thomas Metzinger, filosofo che non disdegna la sperimentazione, sulla coscienza, dal titolo Il tunnel dell'io. E è denso di idee e curiosità, che è quello che fa smuovere le acque della conoscenza.
    In più, in esergo sono riportate le parole di un altro filosofo, che recitano
    "Ogni teoria che compia progressi è destinata a essere inizialmente controintuitiva", che, seppure non pretendendo di essere universalmente vera, dimostra come per uscire dalle secche gnoseologiche occorra una buona dose di creatività.
    Quanto alla sua ottima iniziativa, per quanto mi riguarda non c'è mai stata una volta in cui, trovato un testo interessante, non abbia sentito la necessità di averlo in formato cartaceo, oltre quello digitale. E spero sia così per tanti, stante la rarità dell'acquirente di libri sui patri lidi.
    Un caro saluto
    Paolo [paopasc]

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  8. Ormail "il pallino" ce l'ha in mano la Fisica, specie se la Filosofia si "abbassa" esclusivamente ad interpretarne i risultati, come una docile ancella, quasi la Fisica avesse preso il posto della Teologia...

    Che le "ricadute" delle scoperte scientifiche, specie nel campo dell'infinitamente piccolo (che poi si rispecchia nell'infinitamente grande), abbiano un'impatto straordinario è indubitabile, basti pensare al concetto relativistico del Tempo  come variabile, o dello spazio curvo, o di tutte quelle meraviglie che lasciano sgomenti, attoniti.

    Forse già tutto è stato detto, anzi pensato, e la Filosofia ha perso la sua spinta propulsiva, sebbene le domande di fondo, sulle quali ci si arrovella da milenni, rimangano inevase.

    http://www.youtube.com/watch?v=Z_ygYghKw3o


    Andrea

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