venerdì 28 dicembre 2012

Measuring The Universe - Video Del Royal Observatory Greenwich

Il video, qui presentato, proviene dalla micro exhibition "Measuring the Universe: from the transit of Venus to the edge of the cosmos", tenutasi dal 1 marzo al 2 settembre 2012 presso il Royal Observatory di Greenwich, in occasione del transito di Venere davanti al Sole, nel giugno scorso. 

Ne avevo scritto, all'epoca, in questo post, in questo e in questo.

Per l'occasione, gli astrofili affollarono le varie località del mondo per osservare il transito di Venere, un evento astronomico che avverrà di nuovo tra 105 anni.

Tale evento, infatti, si verifica soltanto quando Venere transita tra la Terra e il Sole, apparendo come un piccolo punto nero contro il disco solare luminoso. Nei secoli precedenti, questi rari eventi furono utilizzati per ottenere una misurazione accurata della distanza dei pianeti, dando agli astronomi una prima intuizione del reale e sbalorditivo ordine di grandezza dello spazio.

Per l'occasione, il Royal Observatory di Greenwich ha ospitato, da marzo a settembre 2012, un programma di attività incentrate sulla domanda: "Quanto è grande l'Universo?"

Ringrazio Davide Ederle per avermi segnalato, su Twitter, questo interessante e bel filmato.


7 commenti:

  1. Veramente molto molto bello Anna. Brava! Ma, come ogni volta che vedo questi filmati, e come ogni volta verifichiamo, mi chiedo: ma perchè non c'è niente, niente, niente in italiano? E non è solo una questione di lingua: perchè l'Italia non è in grado di produrre animazioni, infografiche, applicazioni interattive inerenti le scienze di così alto valore educativo e divulgativo?

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  2. Pa, la tua domanda è sacrosanta! Non è che manchino le competenze per realizzare simili supporti educativi, anzi! A mio avviso, il motivo di fondo è sempre lo stesso: mancanza di una cultura scientifica e tecnologica di base.

    A scuola, questi supporti non passano perché si è vincolati ad una didattica per lo più trasmissiva, con le dovute eccezioni sparse a macchia di leopardo.

    Questo stato di cose si nota anche nei social network. Vedi tu molti italiani che seguono o rilanciano post di carattere scientifico o instaurano discussioni al riguardo? La parte del leone la fanno sempre gli utenti di lingua anglosassone, purtroppo! Motivo per cui mi sto rivolgendo verso tale tipo di utenza da un po' di tempo a questa parte, come avrai notato.

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  3. Eppure non mancano le competenze, dici giusto. Lavorando a stretto contatto con grafici so che abbiamo un patrimonio di giovani disegnatori di primo livello (mia concittadina anche l'autrice di alcune copertine di Harry Potter). Quello che manca è il finanziamento da parte di strutture pubbliche o anche private e la cultura della divulgazione gratuita. Non sarebbe nemmeno una spesa eccessiva affidare a giovani animatori una serie di testi preparati da professionisti da utilizzare nelle più diverse occasioni, in primis la scuola.

    Sì certo, l'ho notato, purtroppo questo non farà altro che aumentare il gap. Gli argomenti seri, tra i quali ovviamente quelli scientifici, subiscono una sorta di discriminazione, forse a causa del fatto che non è più sufficiente "esprimere un'opinione". Ma, come mi sforzo di dire, ogni tema può essere affrontato con metodo scientifico, non solo la scienza. Rinunciarvi, perchè si ritiene quello scientifico l'unico ambito possibile, è destinarsi alla marginalità. Quanto ne guadagnerebbe, e con esso tutto la società, il dibattito politico se non ci si basasse solo sulle opinioni ma si adottasse il metodo basato sui dati.

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    1. Quello che manca è il finanziamento da parte di strutture pubbliche o anche private e la cultura della divulgazione gratuita

      Centrato! Proprio questi sono i due nodi dolenti! Basterebbe la volontà di cambiare. Non credo sia una questione di non capirlo quanto la volontà di lasciare immutato lo stato delle cose perché cambiare porterebbe ad una crescita di autonomia, in tutti i sensi, da parte della massa e questo spaventa in quanto si perderebbe il controllo ed il potere.

      Purtroppo se le direttive non cambiano a livello politico, non cambia nemmeno il sistema. Sono scoraggiata, Paolo. Per quanto mi riguarda, cerco di spendermi come posso nel mio ambito di pertinenza, ma alle volte mi sento veramente stanca.

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  4. Purtroppo è come se una parte della società fosse fuori sincrono rispetto all'altra. Il problema può essere riassunto, sinteticamente, in una visione egoistica e in una altruistica della propria vita. Ai secondi, chiaramente, spetta l'ambito di delusioni maggiori, qualora i risultati siano pochi. Contribuire con il proprio operato al benessere generale, quand'anche non richieda lo stesso pagamento dell'agire egoistico, pure deve essere in qualche modo onorato. Uno di questi modi è il riconoscimento. Ma perchè chi dovrebbe esita pure a fornire tale poco oneroso pagamento? Semplicemente perchè forse sa che dietro quel riconoscimento verrebbe la "pretesa" di continuare su quella strada, strada che non si può o non si vuole percorrere. Per quello che posso suggerirti dico continua a tener duro, con tutti quelli che lo fanno insieme a te, perchè l'alternativa, il venir meno del contributo dei generosi, è il caos totale.

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    1. Grazie dell'incoraggiamento. No, non mollo! E' soltanto un po' di stanchezza, ma non basta a cambiare quello che uno è nel profondo:).

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  5. Mooooooolto bello!Anzi bellissimooo,grazie per averlo pubblicato:)

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